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L’epoca più celebre per la nascita e l’affermazione delle arti marziali giapponesi, si identifica nel periodo feudale, compreso fra il IX secolo e il XVIII secolo, durante questo lungo periodo vennero sviluppate e raffinate sui campi di battaglia del Giappone le antiche arti marziali. In seguito durante i secoli di isolamento assoluto che determinarono le condizioni adeguate, le discipline marziali vennero revisionate e codificate in modelli trasmissibili di allenamento e di tecnica. Si consideravano molti stili militari e di combattimento con le armi e corpo a corpo, raggruppati ed identificati in svariati metodi del Bu-Jutsu, fra i principali e più antichi stili di lotta vi era il Ju Jitsu.
ORIGINI del JUJITSU
Un analisi più approfondita delle antiche scuole: Ryu, fa risalire la nascita del Ju Jitsu intorno al periodo tra il 1600 e il 1650 atto a migliorare l’efficacia e la capacità di lotta dei combattenti. Vi erano innumerevoli scuole che sviluppavano metodi di combattimento efficaci grazie all’abile adattamento del principio del ju alle loro tecniche, alcune scuole prediligevano tecniche di proiezione altre di immobilizzazione o di percussione o l’utilizzo congiunto di tutti questi aspetti. Nelle applicazioni del Jujitsu alle strategie concrete del combattimento spiccava sempre il principio del ju che era la capacità del guerriero di adattarsi in maniera flessibile, intelligente e senza maggior spreco di energie alle manovre dell’avversario.
Che cos'è il JUJITSU
Il termine Ju-Jitsu è costituito da due parole “Ju” che significa cedevolezza, morbidezza e “Jitsu” che significa arte, quindi il JuJitsu è l’arte della cedevolezza predisposta a sfruttare e assorbire la forza dell’avversario. Il Ju Jitsu, l’antica arte marziale dei Samurai, detta anche nobile arte, perché appunto di discendenza nobile, in quanto sviluppata dal ceto alto, propone una vasta gamma di tecniche di sbilanciamento, di leva, di proiezione, di lussazione, di calcio, di pugno, di immobilizzazione di cadute, di capriole e di acrobazia.